carmilla

“ Minuetto di sera in un castello sul mare

Un gioiello più splendente della Luna

Calò la sua maschera per me

La più sublime creatura degli Dei, colma d’ardore

Si stupirebbe al diventare la loro Regina

Irradiando l’aria col suo fragrante desiderio

E sconvolgendo il mio cuore con una poesia sepolcrale…

( Cradle of Filth: Dusk and her embrace)

dedicato alla vera Carmilla .

Un altro pugno alla parete, quasi non ho piu'forza di batterci contro, come se quella parete mi dividesse da lei ...è strano quanto presto è uscito il sangue...e con lo stesso esatto colore che immagini abbia il sangue....forma una G sul muro, forse segue il calco del pugno laterale , o forse no...ma con il raggrumarsi la G diventa piano piano C....e ancora una volta , come ogni cosa nel mio universo, mi ricorda lei..si..Carmilla è ancora attorno a me.La notte non finisce mai, o finisce troppo presto .

Le lettere sembrano troppo poche, o a volte anche troppe...ma per quante se ne usino

non riescono mai a coprire il nostro reale pensiero .

Scrivere fa male , non solo alle mani .

A volte fa male al cuore, fa male alla coscenza, fa male all'anima.

Ma serve, piu'medicina del valium , piu'veloce dell'adrenalina.

Ogni sillaba racconta una piccola parte del grande puzzle che si chiama te stesso .

Ogni riga è un po'di te, un braccio, un gomito, un piede ...che vedi passare su carta

vergognadoti di esserti cosi'mostrato ---

cosi'tanto spogliato a nudo, ma sotto sotto sei rilassato, per non aver dovuto dire faccia a faccia certe cose, per non sabgliare tono , espressione.....invece quando si scrive e quando si legge le espressioni sono a discrezione, si decide noi che valore dare a cosa leggiamo, anche se a volte non è nemmeno un unghia di quello che volevamo scrivere.

Ma tutto cio'non è tempo perso

Tutto cio'ha un senso ...resta...resta...resta.

Anche se nessuno lo trovera'mai

anche se i fogli saranno per sempre perduti

anche se chi lo legge non capira'nulla

o ci ridera'sopra

noi sappiamo che resta

....il nostro segno

....il nostro esserci.

.....resta.

(sottofondo di accompagnamento : Dimmu Borgir: the mourning palace )

L'unico modo di calmarsi è sempre il solito...ma è anche per me l'unico modo di morire piu'velocemente del solito, ancora piu'velocemente di quanto lei ci abbia messo a morire...e per quanto io odi la parte di me che l'ha uccisa, non supera ancora la voglia di ricordarla prima di entrare nella sua stanza l'ultima sera in cui ci vedemmo da vivi...prima di quella eterna maledizione chiamata notte ...e di quella medicina velenosa che si chiama incubo....voi che vi cullate nei sogni,

( “Black Sabbath", brano omonimo ..)

lo scrigno si apre piano, come un ostrica che contiene perle...e le perle sono le sue poesie , scritte su antichi papiri recuperati chissa'dove, come se addosso, tra ogni singola parola a carattere Licida Sans, ci fosse la sua essenza, le sue gocce di sangue che smosse dal fiato caldo, avessero fatto presa sulla filigrana formando come per magia le parole, che una con l'altra si incrociano e si cercano avvinghiate come amanti traditrici l'unca dell'altra...odiandosi e attirandosi, amandosi e respingendosi.....mi chiamano, e io come ogni notte da due anni, non sfuggo a questo appunamento sotto la luna piena, al ricevimento organizzato dai miei incubi...e gli occhi leggono e la mente ascolta, e il cuore...smette di battere...e comincia a sanguinare.

“ anniversari stanchi e affamati di sorrisi che io non voglio mostrare, come se fossero animali ammaestrati a un circo di lupi spettatori, domatori domati da fruste coperte di chiodi...io non sono il vostro clown, io non sono buffone di corte...e tantomeno voi siete la corte...voi siete solo i veri e unici pagliacci , circondati di spaventapasseri adulatori...io cammino altera tra di voi e se vi sorrido, non crediate sia per rispetto o voglia di sollazzarvi, è solo per la pena infinita che mi fate...di voi mi resta un disegno che vi passa attraverso, cucendovi gli occhi e facendovi abbassare le spalle, perche se non siete degni di guardarmi, non lo siete neanche di farmi un inchino"

Carmilla B.

( Him, join me to death )

..e di nuovo la vedo...bionda di un biondo rarissimo e profumato, e di nuovo mi attira a se'come morbida falena, come sinuosa sirena di un mare morto e gelido...mentre il vento soffia tra alberi altissimi , i rami mormorano la sua poesia, che avro'letto mille volte e mille e cento, ma ogni volta mi sembra nuova, o forse è davvero diversa, e cambia a seconda delle stagioni, o di ogni foglia che cade di Settembre Sepolto.

“..nei tuoi passi il sangue che scorre lento e rosso vermiglio, nei tuoi occhi il pianto altero di un bambino cattivo, nei tuoi desideri il mare in tempesta, e gli scogli sono affilati come i tuoi respiri silenziosi, che urlano quanto la neve che cade su un lago ghiacciato....un lupo alza la testa in lontananza, sente l'inverno che arriva , quando tutta la foresta si asciuga dall'Estate e se la toglie di dosso come un vecchio mantello...in un castello giunge il richiamo dell'ululato lento..e una porta di ferro antico sbatte echeggiando metallica..i corridoi passano ai nostri lati veloci , di sfuggita ne vediamo i bianchi alabastri e le profonde crepe, che indugiano su scalinate di marmo che scendono verso abissi scuri...scendiamo e a ogni passo sentiamo piu'freddo, mentre a lato togliamo le ragnatele...un vecchio dipinto ci scruta immobile, e gli oli della tela si sentono ancora,misti a incenso e mirra....le nostre ferite sul collo cominciano a pulsare ancora prima di sanguinare, è uno sgorgare lento e gocciolante ma interno, segreto e inconfessato...come una processione di monaci che vanno a una messa nera, nel cimitero sconsacrato di Gorgoroth, la pianura del peccato e della espiazione..un corvo si appoggia alla ghigliottina, ma intorno solo il soffio del vento del deserto si apre la strada a orizzonti a volte sospesi, a volte infiniti...ma sempre oscuri..... “

Carmilla B.

La sera di Maggio che le tagliai la gola fui subito preso da un istintivo sollievo, come quando ti liberi da un peso..era esattamente non un peso sopra la testa, come una sorta di spada di Damocle, ma al contrario, lo sentivo e lo percepivo laterale...questo mi sembro'strano almeno all'inizio, nelle tre ore che rimasi accanto al cadavere studiano quante sfumature potesse ottenere il porpora vermiglio del suo sangue nobile..poi capii perche' lo percepivo laterale il vuoto pesante lasciato dalla sua presenza assente...perche'era li', al mio lato, che lei sempre camminava, un po'in silenzio, forse studiandomi, o forse piu'pessimisticamente chiedendosi che ci faceva li'in quel viale pieno di foglie secche, insieme a me...tra i colori dell'Autunno infinito, aspettando di smettere di parlare godendoci il nostro rispettivo silenzio..ma il mio vero terrore non era per questi dubbi, ma era che per un arcano e beffardo mistero scherzoso, frutto di un maligno tiro di dadi, lei si chiedesse , facendo cernita e strada tra mille altre domande...chi fosse Mauro Meoni.....

Passeggiavamo ai confini di Atlantide

quella sera

dopo aver finito di giocare

senza mai guardare in alto

verso il cielo

non abbiamo bussato a nessuna porta

non abbiamo mai chiesto aiuto

sotto la luna

ci lasciammo i confini alle spalle

senza voltarci indietro

quella sera

non abbiamo bussato a nessuna porta

per paura

che ci facessero entrare

Non aspettarmi domani,

ho già fatto il mio tempo.

Ho camminato a lungo sulla spiaggia deserta,

ma l'alta marea ha cancellato le mie orme.

Dove c'era il mio castello

adesso è cenere.

I volti dei miei amici hanno occhi chiusi

e la mia voce è il silenzio del marmo.

Il mio sangue è acqua, adesso,

i miei sogni sono svaniti nel cielo come farfalle.

La mia mano non riesce a raggiungerti più.

E i miei capelli sono tutti bianchi, adesso

Carmilla B.

(Gone with sin , HIM)

Probabilmente quando la vidi per la prima volta era Estate...dicevano tutti che era Novembre, ma allora perche'vedevo intorno a me fiorire cose, reagire colori a colori, stemperarsi i freddi e strisciare i caldi accostamenti di tramonto? ...E'forse egoismo pensare che solo per me era un estate privata e personale, regalo stanco di una vita fatta di una seria di infiniti , lunghi, senza sole, autunni lenti? ...ma l'istinto anche in quella occasione mi frenava, mi impediva di vivere appieno quella mia privata estate, o forse ero io che sapevo che ne dovevo essere privato, in un assurdo gioco di parole che non mi faceva ridere, ma tremare di freddo al punto che gli altri attorno a me mi consideravano un loro simile...e non in realta'quello che ero, un alieno capitato per caso in un bosco di cui non apprezza i freddi e il vento gelido, ma ne custodisce gelosamente l'aroma, forse e meglio degli altri che in quel bosco infnito e moltiplicato ci vivevano, ci camminavano, ci proliferavano, ci banchettavano e lo gustavano......non mi ritenevo un eletto in quel periodo, ma solo dopo capii che avevo visto una stella cometa...solo io , nello sguardo avevo intuito la sua lucentezza, mentre gli altri nei loro indaffaramenti finti serali le passavano accanto, ci urtavano il gomito, la respiravano, perfino la guardavano e addirittura ne incrociavano l'altero sguardo ma nessuno la vedeva........E'sciocco chi incontra il demone che lo uccidera'senza vederlo, o è coraggioso chi lo cerca ben sapendo come finira?...questo dubbio che poteva salvarmi la vita, che poteva salvarla a tutti e due, non mi colse mai....solo adesso ci penso, ma anche lo trattengo, perche'non ha piu'importanza un teatrale finale quando si vuole solo ricordarne i primi atti, e quando goffamente si vuole chiudere un sipario, ci accorgiamo che siamo ancora in scena.....ma senza applausi....

Siamo lontani anni luce,

dolce principe triste.

Non riesco neanche a vedere l'azzurro dei tuoi occhi

solo le lacrime

sei nudo lontano da me

ma sono io quella che trema di freddo avvolta nel mio mantello rosso

il mare è impazzito sotto gli scogli

ma le onde di schiuma non mi raggiungono

Sul molo di legno antico,mentre sorge la luna

forse intravedo un sorriso,

poi chino la testa sotto una corona di spine

il tempo passa cattivo tra le ragnatele del castello in rovina

ho mille anni non duecento

Il tempo cattivo e il tempo buono se ne sono andati

con 'ultimo treno a sud

ed io sono arrivata tardi alla stazione

mille mezzanotti ci cercano tra i coralli

ma il nostro tempo è finito ormai

dolce principe triste

Carmilla B.

Alcune sue poesie sono piu'ingiallite di altre, forse perche'tenute in fondo allo scrigno, forse perche'Carmilla, leggendole ha avuto piu'cura nel ripiegarle, nel custodirle, nel tenerle strette...ma la lucentezza argentea del papiro rivela che la filigrana ha rivoli di inchiostro piu'marcati di altri, e a un esame piu'attento si capisce quello che sono. Sono le Sue lacrime .

(Nemo, Nightwish)

Spegni lo schermo

e siediti qua

non mi interessa il passato,non guardo il futuro

annego in fiumi d'alcool azzurro

e sprofondo in valli di neve grandi come i tuoi occhi

eserciti di ragni mi inseguono

sciami di colori dalla finestra

Alessandro Magno sta conquistando Babilonia

e Giulio Cesare ha ucciso i Centurioni

dov'è la realtà ?

che noia la realtà.

Milioni di stelle cadenti ti inseguono

Non c'è più tempo

L'ultimo treno della notte è già partito

e tu arrivi tardi alla stazione.

Sei l'ultima all'appello

l'ultimo granello della clessidra

ti svegli tardi e non senti il tuo nome.

Non riuscirai più a inseguire il tempo perduto.

Oceani di anni sprecati.

Non morirai mai,

condannato per sempre a rimpiangere il tempo andato.

Carmilla B.

(Iggy Pop, China Girl)

Ricordo bene che quando la incontrai avevo freddo...quel tipo di freddo che non corrisponde alla temperatura esterna, ma bensi'alla noia, alla noia di vivere, di camminare, di passeggiare, di parlare, di muoversi e di allacciarsi le scarpe la mattina. Ogni piccolo gesto era un frustata di gatto a nove code e l'unico sogno era di sdraiarsi appena alzati...anche se fosse su una ruota medioevale di tortura o dentro una Vergine di Ferro , aspettando che i suoi mille chiodi arrivassero veloci a trapanarmi gli occhi , perche anche guardarmi intorno mi feriva piu'del dolore del ferro. Poi in un angolo di strada dimenticato dal tempo e dalla pioggia, la vidi arrivare...fu come se fossi diviso in due da una lama...e mi concentrai sullo scintillio della lama, sulla sua curvatra e sulla sua affilatezza, piuttosto che sul dolore che mi provocava perdere un arto per il suo taglio, o sulla debolezza che mi dava continuare a osservare in silenzio senza sangue..Come una vampira altera Lei fiuto'il suono denso del mio sangue che gocciolava lento, e mi rendeve indifeso ai suoi occhi e a eventuali suoi attacchi letali.Ma forse ignorandomi, o forse incuriosita, non fece partire l'attacco ma si limito'a osservarmi con una specie di sorriso che forse, nelle sue intenzioni e nella realta'era beffardo , ma che io vidi come un invito a restare vivo, a smettere di sanguinare. E per suo potere esclusivo il sangue mi si fermo', le energie mi rientrarono nel petto, e come risalendo dall'asfalto bagnato, il battito pulsante del mio cuore ritorno'a mescolarsi ai tuoi in lontananza...nessuno di noi due vide mai l'arcobaleno, ma anni dopo qualcuno mi racconto'che c'era alle nostre spalle, anche se io non lo vidi mai...ma se mai ci foss stato davvero, di certo non era dal mio lato della strada e non era sopra la mia spalla. Mi piace pensare che fosse nato dal color rame bronzeo dorato dei suoi capelli Ocra, e che i colori fossero nati dal suo respiro che freddo si materializzava nell'aria..Io non sarei mai stato capace di simili colori e argentature , ma lei mi trasmise dopo qualche tempo qualche sprazzo delle sue , non come regalo, ma come prestito, forse per vedere se i ne fossi capace di usare il loro potere curativo, ma semmai lo feci con altri, su me stesso non funziono'ammesso che quello era l'intento inziale di entrambi. Guarirmi non era previsto da nessuno, stavo bene distrutto sotto la pioggia, quello era il centro de mio universo e il freddo era l'unico mio mondo possibile al momento. Non sarei stato capace di apprezzare il calore semmai lo avessi sentito e non ho mai visto come verdi i campi in cui correre evitando fiori secchi rubati da giardini funebri. Solo la pioggia aveva un senso, e io sotto la pioggia ero il suo complemento, perche'la pioggia scende e cade per bagnare qualcuno no? ...ero io lo spaventapasseri predestinato a quel ruolo..semmai ( ma a questi ci pensai dopo) era Lei quella fuori posto, con i suoi colori in un pomeriggio grigio del 31 Febbraio che durava tre mesi .

Ti perdo tra orizzonti vuoti,tra muri coperti di ragnatele

Vedo il tuo vestito scivolare nel pozzo

ma le catene sono troppo corte per raggiungerti

La tua voce in lacrime mi seguirà per sempre

per diecimila notti

mille tuoi profumi sono il mio letto

e cento nastri con le tue parole la mia musica

Ma è la tua faccia che io non ricordo più.

Dammi i tuoi falsi diamanti,non li riavrai indietro

Il tuo argento lo tieni stretto

guardi verso il nulla aspettando il tuo domani

correndo su binari morti

L'assassino dorme tranquillo,non ha sogni come i nostri

Crocifissi in fondo al mare

mille fuochi di libri bruciati

Pagine bianche e vuote

fa freddo stanotte

Hai paura del buio?

ne ho visti di posti maledetti,ma nessuno come questo

ne ho visti di occhi cattivi

ma nessuno li ha come i tuoi.

Carmilla B.

(Amaranth, Nightwish)

Lui mi guarda abbassando piano la testa, intorno un blu cobalto, e fa freddo.

L'ultima spiaggia della costa riflette le sue onde pigramente, con contorni antichi, la montagna che si staglia. castelli medievali, grida di bambini, echi di gabbiani, tutto si confonde intorno, mentre viene la sera.

Le sue impronte sul bagnasciuga si delineano morbide, come linee tratte da un pennarello sottile...intorno il vento si placa, e arriva la sera.

In un lampo i rami degli alberi e le sue ombre mi avvolgono di crepuscolo cattivo, mentre io chiudo gli occhi stanca, e mi abbandono al leggero rumore della risacca. Tardi arriva un onda a svegliarmi, e il primo sguardo è per lui, che come inseguito dai miei pensieri mi aspetta lontano...

Come se parlasse, come se ascoltasse, come se sapesse....da quanto tempo è la' fermo a guardarmi? forse un anno, forse un anno e un giorno, ma la clessidra adesso si sta riempendo, e come se rubasse i granelli della mia ultima spiaggia, mi spinge assopita di noia, ad alzarmi e a corrergli incontro, prima che di nuovo sia tramonto, prima che di nuovo sia deserto.

Sguardi che si incrociano, sorrisi che si nascondono, alberi e foglie che si perdono nel vento , speranze di tramonto che non nasce, alba che non muore, notte che non ha nuvole, mare senza onde, stelle senza cielo, aria senza respiro, scacchiera senza re, carta senza alfiere... sono Carmilla, un calendario senza settembre.

Carmilla B.

(Evanescence, My Immortal)

e poi, sopra tutto, l'assenza...quell'assenza che anche quando c'è il concreto del solido del tangibile, è lo stesso assenza...assenza che diventa assenzio , che non diventa mai assenso perche'il tuo corpo sempre rifiutera'di dare il permesso di pensare a qualsiasi cosa che non sia ....e poi ogni vocolo, ruscello, muro diroccato, tramonto, bandiera che sventola, il profumo dei prati, delle foglie secche, che diventano verdi al passare della stagione con te disteso soave...un pagliaio, un cane che corre attraverso la staccionata, il profumo nauseabondo del pane appena sfornato, queli calori e aromi che arrivano le mattine al porto, quella strada che mentre cammini come per magia si allunga come se i tuoi passi fossero pennelli e le suole intinte nel bianco di Pisa..Perfino un atomo mal disegnato in un libro di Matematica, o un testo di storia antica con Cartagine in fiamme, una mappa interstellare che attraversa i bastioni di Orione, una luna che sembra di cartapesta e che è sempre e comunque troppo bianca per non diventare un lupo guardandola al suo ultimo spicchio, e una falce di alabastro di morte filmata in 8 mm, il battito dei tasti di lettere asincrone in una Olivetti 22, un ingiallito foglio di giornale con la tua faccia racchiuso nel cassone dei ricordi , una tenda che si muove al vento mentre entrano le zanzare e l'aranciata fresca di agrumi che ti aspetta nel frigo...un bottone che si slaccia dalla giacca di Lino, una barca che si trascina nella corrente, uno sguardo...un respiro stanco e il fiato sullo specchio...tutto diventa Lei.

Dovrebbe essere gia'primavera. Intorno invece il freddo di febbraio, la noia di novembre, la voglia di nulla di gennaio. Dal vetro della finestra un ombra di clown mi guarda di nascosto, e di lui si scorge la parte del viso dove c'è la lacrima disegnata. O è la pioggia che scende sul suo volto triste a meta'?

E quella davanti a me è una finestra, o uno specchio?

Un vento gelido entra dallo spiraglio della porta, soffiando dal camino e rintoccando l'orologio, subito dopo silenzio, che si tramuta nei fogli ingialliti del calendario. Segna giorni stanchi, segna giorni perduti...

Qualcosa non torna in mezzo a questi resti di inizio primavera, sa di cenere l'aria sopra....e non c'è profumo per chi non lo vuole annusare.

Strane musiche lievi, non so da dove. ma è un momento che non dura, ancora silenzio, ancora il calendario, ancora lo sguardo spento del clown...la lacrima non è ancora diventata goccia. Toc..Toc.. forse è meglio non entrare nella casa della primavera perduta, forse è meglio non aprire all'inverno smarrito. Coperti di maglioni e sospiri siamo immobili, come un faro nella nebbia , dal quale i traghetti aspettano un segno, che non arriva, e gli scogli sono sempre piu'vicini.....le onde piu'alte. Scogliere bianche immacolate, solo un gabbiano passa, solo lui si ricorda della primavera, dei suoi resti sul bagnasciuga....mentre le onde cancellano le ultime impronte del tramonto........

Carmilla B.

(Acustic Funeral, HIM)

...Danzano a piedi nudi su scogliere sabbiose sospinti dalle onde , aspettando il calore della fredda sera d'autunno...come davanti a un circo in rovina chiamati a alta voce dal lanciatore di coltelli, a fare bersagli immobili .

Si ferma il sospiro e il cuore smette di battere quando la lama passa vicino, e forse vorresti che ti colpisse, cosi'affilata , cosi'tagliente e fredda.

Insieme a percorrere panorami infiniti tra l'altezza degli alberi e il verde dell'erba , da soli a cercarsi tra un alta montagna e un nascondiglio segreto nel bosco .

Paolo e Francesca inseguono Romeo e Giulietta correndo tra le pagine di vecchi libri di storia, e il sogno di mezza estate si sporca di sangue tra le strade di Verona. Ogni tragedia ha un lieto fine, ogni lieta storia diventa tragedia quando a scriverne le pagine è la penna dell'anima, l'inchiostro dei ricordi e la sabbia del tempo, una clessidra che sostituisce gocce di lacrima con granelli antichi. Dove andremo adesso, si chiedono gli sguardi che si cercano attraverso gli specchi di un paese senza meraviglie, e se andremo, ci arriveremo insieme???

Carmilla B.

Seduti immobili in giardini di marmo guardiamo la luna

Vecchi di mille anni torniamo un po'bambini ..ma è solo un sogno che sfuoca lentamente ..mentre una ragazza bionda passeggia a piedi nudi sulla spiaggia .Tienimi fuori dalle mie miserie , portami via dalla mia solitudine, svegliami dai miei sonni ....la mia vita è un lungo sbaglio , ma con un sorriso puoi cancellare gli errori ...sono tornato tardi stanotte, e non c'era nessuno ad aspettarmi . Da un vetro opaco la tua immagine riflette una lacrima,ma se fosse solo uno specchio?Che possiamo fare? dove dobbiamo andare? dove saremo domani, quando il vento si alzera'ancora ?Siamo io e te il piu'grande mistero , è nel nostro cuore il piu'grande segreto, rinchiuso in forzieri di falsi diamanti e custodito da solitari monumenti di pietra antica.

Mi porterai fiori appassiti, mi regalerai soldi falsi, mi vestirai con abiti freddi, e nessuno ci ricordera'domani ...che noia il domani ...

Angoli di strada desolati , solo una foglia portata dal vento , tutti siamo soli, tutti siamo nessuno, all'ombra di noi stessi stiamo in bilico .

Svegliarsi, riaddormentarsi, piangere, ridere, guardare il cielo senza vederne i colori .Magari te ne andrai domani, ma oggi è ancora ieri, e abbiamo tutto il tempo del mondo, avrai le tue occasioni per riempirimi di baci e strapparmi i capelli, per portarmi via il cuore o per spezzarlo adesso, davanti a un fuoco che si sta spengendo .La notte è cosi'fredda, dovrei saperlo che sarebbe successo , che saresti diventata una della sue nuvole, che svaniscono diventando grigio .

Mentre tra poco arriveranno le pioggie di Novembre.

Carmilla B.

(November Rain , Guns n Roses

la mia unica poesia non sara'mai bella come le sue, non sara'mai uno spicchio di anima incrinato e sanguinante, è solo un pallido, vuoto, vago tentativo di assomigliarle, o solo l'ennesimo , goffo, mal riuscito tentativo di starle vicino, di sdraiarmi vicino a lei nel letto di rose che per colpa mia è il suo ultimo giaciglio...

Quando arrivo' l'inzio della fine dell'ultima estate, eravamo fermi su una spiaggia cosparsa di un misto di giornali, vecchi tg, antenne televisive arrugginite e coriandoli di arsenico..ce ne stavamo lenti, appoggiati a un muro secco, che ti faceva sporcare di calcina e polvere se ti appoggiavi troppo..ognuno di noi guardava lontano, penso piu'cercando il profumo della salsedine, piuttosto che la vicinanza degli altri...questa presenza fisica veniva vista piu'come un fastidio, che come un aiuto dalla solitudine, per noi era preferibile l'individualita', piuttosto che la non compagnia...ricordo distintamente che a turno, senza un ordine precostituito, ma con una allegoria alchemica imprevedibile, incastrata come un puzzle, cominciammo a raccontarci le esperienze delle ultime letture estive, che ci avevano accompagnato in questi ultimi lunghissimi quattro mesi e tre ore....chi citava Lovecraft con le Montagne della Luna, chi , quasi deriso e noioso, l'Ulysses, chi infine l'opera piu'misconosciuta di Miller, che scherzando fingevamo di scambiare per Mailer...cosi'ci si trascinava sulla spiaggia, verso l'ultimo anello del tramonto. Ogni tanto la scintilla elettrica dello sguardo con lei, ma svogliato, afono, senza davvero importanza...fu per questi sguardi che la identificai concretamente con la fine dell'estate...come fossero un tutt'uno...e cosi'ogni volta che la guardavo, anche nei freddi pomeriggi di un 31 Febbraio, esclamavo mentalmente, ma cosi'forte che pareva tutti si voltassero: "eccola, è lei...sei tu...tu sei la fine dell'estate..."

Lei mi lanciava un occhiata distratta, identica a quella che io ricordavo e nella quale la identificavo..come se il cambio delle stagioni non significasse nulla..ma io sapevo, io lo sapevo che con il suo improvviso volgere delle spalle a teatro chiuso voleva dirmi:

"si, lo sono....."

Mauro Meoni

(wish you were here)