desolation road

Li ho visti i Cipressi che dicevi….erano un po’cupi, sordi ai richiami e alla polarita’della gente comune, e aridivano al solo sguardo del ciclope unico…pianti di oracoli sommessi in lontananza, altari e sottomanrini desolati , si arenano…si arenano…trovano aria solo sotto la superficie, come sirene con un masso legato al collo, a far pensare che sia stato un suicidio, non il primo raggio di sole a dissolvere le furiose carcasse….suonano lontano e se chiudo gli occhi li vedoi, se copro le orecchie le sento, se mi tappo la bocca ci parlo, e se mi spingo in una prigione senza fame e senza sete finalmente mi sento libero…ci trascinarono non senza chiederci passaporti, ci lasciarono andare a casa a prenderli, ci fecero fare nuove foto ma alla fine la cosa curiosa? non vollero neanche vederli, li bruciarono gettandoci acqua , in assiomi ossianici onirici claudicanti. Erano le vostre voglie di volonta’eterea che bruciavano sprenti, non crediate che erano solo i nostri lidi per altri lidi, spiaggie per altre maree, e oceani senza sale. E sole. Jonathan Livingstone, cosi’ si chiamava l’utimo dei mozzi, divenuto per strana sorte capitano di lungo corso…navigammo con lui e mai marea ci fu piu’soavem e passammo lo Stretto senza neanche accorgercene, ma per davvero….da costa a costa, la strada 666 , e poi in un attimo, un battito di ali di una farfalla., eccoci all’altra parte…lo zero tre, la meta’del maligno, la costa incostante…la costa gratis, la terra che non ti aspetti dopo averla attesa per Eoni. Una ruota che non riesce a girare…ecco come camminavamo la mattina, nel grigio corposo per scaldarci, ma per fortuna era ancora chiuso il cimitero, altrimenti saremmo congelati su bare . E poi quasi un sogno arriva il vascello, stride sui grattacieli e poi passa lento e il suono del ns stupore è cosi’grande che supera e offusca persino lo stupore e gela come una marionetta cade….ricordo Eliot, gli uomini vuoti e gli uomini impagliati…e ricordo Marlon, e ricordo soprattutto il Fiume. E ricordo la bomba e il napalm, la mattina presto…tutto questo non serve al viaggio, ma è lui stesso il viaggio, il viaggio di un ricordo duro a morire, ma morente molle. Incoerente, incostante, solare, amaro e cattivo, sole senza luna e divieto di sosta per guardare in vestri affumicati e taglienti come di rasoio lame, e l’olio che è versato imbeve panni umidi ….non asciuga al sole, semplicemente perche’ il sole non c’è, nella sua forma tradizionale, neanche il panno c’è, e forse neanche l’olio…di certo non ci siamo noi. Mai stati, mai scritto una parola su foglio di carta o sul pc, mai sognato qualcuna, mai negato di non esserci, ma annegato nel suo mare di bugia.