galleggiando

non piu’sabato, non ancora lunedi’ …per qualche strano mistero dell’anima e del cuore la domenica sera non appartiene alla nostra essenza, non è mai concreta quanto uno dei qualsiasi altri giorni o uno dei tanti immensi minuti che separano le carte truccate del lunedi’ dal calendario sgualcito del sabato pomeriggio, dalla languidezza del mercoledi’pomeriggio o dalle veglie assonnate del venerdi ‘ ..la domenica arriva come Bruto alle spalle, e ti pugnala il doppio delle 33 volte, lo fa 666 coltellate dopo aver chiesto scusa in una progressione asimmetrica spaziale che da un cubo uniforme irradia mille colori che diventano a volte barche alla deriva, a volte stelle comete, a volte assurdi scritti egizi …l’immagine piu marmorea è sempre la stessa che si ripete in un infinito loop, in un infinito loop , in un infinito loop, in un infinito loop. Si vede una spiaggia, si sente il vento, si accarezza la schiuma, si respira la salsedine, si soffre il freddo, si brucia al sole …soli. Aggirando gli ostacoli di sfuggita l’occhio vede le lancette ma non le focalizza, l’orecchio sente i rintocchi ma non li batte ritmicamente…i metronomi sono tutti spariti su una lontana isola di Pasqua, che di peso è stata portata da divinita’ Azteche a Stonehenge, scatenando un insieme di magie oniriche e barbare incapaci di provocare armonie nell’atmosfera…questo è l’effetto desolante di una domenica che galleggia, entra in centrifuga, si sovrappone a antiche infantili favole innocue narrate da bambini saggi e vecchi ingenui, mentre lontano il sole ancora non sorge…quasi una maledizione di mastini di Baskerville assonnati , da Vurdalak insanguinati e da Dracula assopitisi con gli occhi a forma di gatto sognanti vittime impalate…e poi ti volti, di scatto, come se servisse, e da lontano li vedi arrivare i giorni della settimana come processione mediocre…ti sfidano, ti chiamano come le sirene ma sono ingenue , non riescono davvero a portarti con loro…preferisci il profumo dei prati blu della domenica che non c’è mai stata, ma che prima o poi si trasformera’in un vero spazio di tempo, non in questa melassa umida e scostate, un blob che si allunga fino ai tombini da dove il pagliaccio di It ti ripete ancora una volta che …galleggerai…………