la fine dell'estate

Quando arrivo' l'inzio della fine dell'ultima estate, eravamo fermi su una spiaggia cosparsa di un misto di giornali, vecchi tg, antenne televisive arrugginite e coriandoli di arsenico..ce ne stavamo lenti, appoggiati a un muro secco, che ti faceva sporcare di calcina e polvere se ti appoggiavi troppo..ognuno di noi guardava lontano, penso piu'cercando il profumo della salsedine, piuttosto che la vicinanza degli altri...questa presenza fisica veniva vista piu'come un fastidio, che come un aiuto dalla solitudine, per noi era preferibile l'individualita', piuttosto che la non compagnia...ricordo distintamente che a turno, senza un ordine precostituito, ma con una allegoria alchemica imprevedibile, incastrata come un puzzle, cominciammo a raccontarci le esperienze delle ultime letture estive, che ci avevano accompagnato in questi ultimi lunghissimi quattro mesi e tre ore....chi citava Lovecraft con le Montagne della Luna, chi , quasi deriso e noioso, l'Ulysses, chi infine l'opera piu'misconosciuta di Miller, che scherzando fingevamo di scambiare per Mailer...cosi'ci si trascinava sulla spiaggia, verso l'ultimo anello del tramonto. Ogni tanto la scintilla elettrica dello sguardo con lei, ma svogliato, afono, senza davvero importanza...fu per questi sguardi che la identificai concretamente con la fine dell'estate...come fossero un tutt'uno...e cosi'ogni volta che la guardavo, anche nei freddi pomeriggi di un 31 Febbraio, esclamavo mentalmente, ma cosi'forte che pareva tutti si voltassero: "eccola, รจ lei...sei tu...tu sei la fine dell'estate..."

Lei mi lanciava un occhiata distratta, identica a quella che io ricordavo e nella quale la identificavo..come se il cambio delle stagioni non significasse nulla..ma io sapevo, io lo sapevo che con il suo improvviso volgere delle spalle a teatro chiuso voleva dirmi:

"si, lo sono....."